Papini in Spagna
Pubblicato in: Il Contemporaneo, anno I, fasc. 12, pp. 734-735
(734-735)
Data: 15 dicembre 1924
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E' stata pubblicata testè a Madrid La historia de Cristo 1.
1 G. PAPINI - La historia de Cristo - (Biblioteca de grandes convertidos) - Madrid, Editorial Voluntad - 2 vol.
versione castigliana del noto libro di Giovanni Papini.Fra i molti giudizii critici apparsi in proposito nella stampa spagnola, segnalo come particolarmente interessanti quelli di Ballesteros de Martos e di Gòmez de Baquero, pubblicati nel Sol, il più importante ed autorevole quotidiano della capitale.
Il primo rileva come non sia una storia di Cristo propriamente detta (per cui il titolo riesce a suo giudizio improprio, anzi equivoco); ma piuttosto una esegesi della figura del Redentore, una ermeneutica de' suoi atti e delle sue parole culminanti, come pure de' più spiccati e significativi avvenimenti della sua vita, un'esposizione in forma artistica e letteraria di quel che la lettura del Vangelo suggerì all'anima e alla mente di Papini, uomo di cuore e di ingegno, letterato ed artista.
Senza mettere in dubbio la sincerità della conversione del Papini, il critico dichiara però di ritenere che il libro non giovi a convertire atei e increduli alla chiesa cattolica.
Del resto, gli stessi editori della versione spagnuola hanno avuto cura di avvertire che un cattolico non può sottoscrivere senza gravi riserve tutte le affermazioni del Papini, e che il libro dev'essere letto con discrezione; e per giunta hanno postillato il volume di note e di chiose che implicano spesso una confutazione del testo.
Sempre secondo lo stesso critico, il Papini ha scritto insomma un libro pericoloso, in quanto la sua lettura può scuotere e perturbare l'animo di coloro che credono in buona fede; e l'imagine del Redentore, che il Papini vede, descrive, interpreta e commenta, è assai poco ortodossa, tanto che a volte parrebbe di udire, attraverso la traboccante veemenza retorica dello scrittore, voci demolitrici e sovversive. In fondo, malgrado la sua crisi spirituale, il Papini è sempre lo stesso sovversivo, solo che ora si è accorto che le sue aspirazioni sociali possono adattarsi al vangelo dell'amore predicato con la parola e con gli atti del Nazareno. La via di Damasco del Papini, non è detto che conduca a Roma; potrà fare cristiani, e cristiani ferventi, ma non farà mai religiosi devoti ed incondizionati.
L'illustre critico Gòmez de Baquero si chiede quale effetto produrrà il volume fra i cattolici devoti, se avrà più lettori fra gli indifferenti e i curiosi che fra i praticanti, e quale atteggiamento adotteranno con riguardo al libro i direttori spirituali di fronte ai loro penitenti. Egli crede probabile un urto fra due psicologie: la psicologia del pubblico religioso, uso a pascersi delle così dette buone letture, e la psicologia ardita e indipendente del Papini.
Secondo il Baquero, il Papini non ha inteso scrivere un libro di esegesi e di erudizione, una Vita di Gesù del genere di quelle di Strauss e di Renan, epperò ortodossa; ma un libro imbevuto di emozioni artistiche, che si differenzi dalla letteratura religiosa corrente,
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insipida e antiestetica. Probabilmente una parte del mondo ecclesiastico vedrà con terrore l'irruzione dei moderni conversi; Chesterton, Huysmans, Papini devono per il loro tono sconcertare molti ecclesiastici, che pur vedendo di buon occhio tali conversioni, quali prove della forza di diffusione del cattolicismo negli ambienti intellettuali, sarebbero indubbiamente esitanti a consigliare la lettura delle opere dei citati autori.
Questi novelli S. Paoli, arrivano dalla loro via di Damasco con un impeto combattivo e una voce forte e rumorosa, che sconcertano non poche pie persone avvezze alla preghiera discreta, alla penombra raccolta e alla voce sommessa delle chiese, allo stile piano e morigerato dei libri di devozione. I nuovi apostoli sembrano loro troppo chiassosi, e sotto la loro esuberanza di neofiti temono possa covare qualche sottile spirito di futuro eresiarca.
Sono insomma ospiti degni di venire accolti con tutti gli onori, ma tali da svegliare serie inquietudini.
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