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I nostri editori, senza nemmeno la scusante di un passato di audacie e di rischi, diventano sempre più prudenti con la propria borsa e più parchi col pubblico cui impongono una rigorosa dieta come a un vecchio podagroso. Tre ristampe nella settimana, e tutt'e tre di libri di genere commemorativo ed affettuoso.
Il titolo Minime (Milano, Baldini e Castoldi) dato dal Fogazzaro ad una sua raccoltina dl biglietti da visita non ne scusa la miseria: Minime possono ben parere nell'opera del Carducci i tre volumi di Ceneri e Faville, ma come organici nella loro frammentarietà e come da quella cenere vengon su improvvise vampate! Così Alessandro d'Ancona avrebbe fatto bene a serbare entro la stretta cerchia di famigliari, amici e discepoli gran parte dei suoi Ricordi ed Affetti (Milano, Treves) e riandare, dinanzi a quelli soli che meglio potevano intenerirsene, le sue vicende dal giovenile innamoramento cantato dal Prati, fino a quella tumultuosa seduta della costituente Pisana dell'aprile 1907 che temo non abbia a trovar posto nel ciclo della Storia universale. Ai morti non si suol dar consigli; non ci resta che sconsigliare ai vivi la lettura delle chiacchiere domenicali del Panzacchi (Conferenze e discorsi, Milano, Cogliati).
Ristampa no, ricotta sì è il decimo e purtroppo non ultimo volume degli scritti vani di R. Mariano (Dall'Idealismo nuovo a quello di Hegel, Firenze, Barbera), dove si vorrebbe confutare un libro che l'autore confessa —non so con quanta sincerità — di non aver letto; il che ci permette a nostra volta di dir male del volume del Mariano senza finirlo. Deo gratias.
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