Pubblicato in: Parla!, anno I, fasc. 1, p. 10
Data: 1 febbraio 1920
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Non udire e non parlare sono, senza forse, sventure inesprimibili e terrificanti.
Ma ogni sventura, per quella segreta giustizia che corregge le appariscenti ingiustizie, è il pagamento dovuto per qualche ventura che spesso non si avverte, tanto par naturale.
Quando si ascoltano i discorsi degli uomini, di quasi tutti gli uomini, in quasi tutti i minuti della loro vita, i discorsi vili, ignobili, falsi, peccaminosi e traditori della comune umanità camminante e penante, vien fatto — ci perdoni chi ha il felice diritto del perdono — d'invidiare i nostri fratelli non udenti.
La massima parte degli uomini sono irrimediabilmente sordi alle voci superiori, alle sole voci che meritano d'essere ascoltate. Fossero almeno muti per risparmiarci l'audizione quotidiana della loro parlante ignominia!
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