Libri su Giovanni Papini

2019


a cura di Piero Antonio Carnemolla

Scritti Giovanili
Edizione nazionale delle opere di Giorgio La Pira

Capitolo:
Per Papini La Pira prese fuoco, pp. LII-LIII
(LII-LIII)



  LII

Ricordo che in quell'epoca apparve la Storia di Cristo di Papini. La Pira ne venne colpito profondamente. Ne parlammo a lungo [...] Questo toscano senza peli sulla lingua mi piaceva. Mi piace tuttora. Giorgio prese fuoco. Scrisse un articolo e progettò un numero speciale per Voci goliardiche che non si fece perché cessò le pubblicazioni... 62

La Pira già conosceva Giovanni Papini in quanto esponente della corrente futurista, sebbene a suo modo. In Dostojewsky intimo lo cita due volte ma non è possibile sapere, per mancanza di precise indicazioni, a quale opera dello scrittore toscano si riferisse.
   La Storia di Cristo apparve nel 1921 e provocò nell'insaziabile lettore — lo ebbe tra le mani nello stesso anno della pubblicazione — una prima e decisiva svolta perché gli permise al meglio di affondare lo sguardo nella profondità del proprio io ancora incerto sul cammino da intraprendere 63.
   A Papini è riservata una incondizionata ammirazione per la sua conversione che risulta l'argomento centrale di questi scritti. A tal proposito scrive:

La Storia di Cristo del Papini è l'Evangelo dei nostri tempi, la novella portata ai nostri uomini decaduti; è la parola di un decaduto che giunto all'estremo fine della sua vita spirituale riconosce l'oscuro abisso in che s'è tratto allontanandosi dalla fede e rinnegandola; e dal profondo della sua perdizione rivolgendo uno sguardo al cielo chiede all'eterno il miracolo; che si è prostrato avanti a Cristo implorando la resurrezione e la vita [.. .] Su uno sfondo di eternità l'opera di Papini risplende della luce di Cristo: è l'epilogo di una tragedia infinita, per lungo tempo svoltasi nei profondi dello spirito [...].


  LIII

Ne Il Frammento, nell'intento di giustificare la propria posizione nei confronti di una eventuale personale conversione annota:

In tal senso parlare di Conversione è inesatto: parlare di completamento e di raggiungimento è invece la più propria espressione del fenomeno spirituale del Papini. Ed è appunto in tal senso che non si può parlare di incoerenza: non solo pel fatto che spiritualmente non vi sono incoerenze, ma e soprattutto, perché questa apparente incoerenza è invece il prodotto ultimo di quell'opera di epurazione e di ricostruzione cui ha atteso per tanti anni il Papini futurista.

Bisogna riconoscere al giovanissimo lettore di aver colto nel segno, di aver capito e intuito a fondo quel che poi i critici papiniani diranno a proposito: che quella di Papini non fu una conversione nel senso che abitualmente si attribuisce al termine, bensì un approdo, una conquista umana maturata negli anni attraverso il passaggio da una fase pragmatista, interventista, idealista e futurista a quella più riposante trovata in Cristo 64.
   Per La Pira la conversione è una tappa spirituale nella quale si concretezza una purificazione e nello stesso tempo si acquista un senso di liberazione che sarà alla base di un progetto di vita per tanti versi nuovo ed inedito. La conversione è sì un avvenimento, ma anche un processo, è un salto in avanti perché, pur guardando al passato, è rivolta al futuro. Questo itinerario La Pira lo scorge in Papini per il quale l'epicentro spirituale è nell'amore su tutto e su tutti e l'essere umano si sente dilatato da una gioia insolita e da una spontanea simpatia per tutti e per ciascuno. Il Cristo di Papini, così come lo vede La Pira, è colui che sulla croce ha esclamato: «Perdona loro...». Questo perdono sarà per ogni tempo e Papini è ben conscio del perdono che riceverà perché Cristo «"non è un Dio geloso e acrimonioso, un Dio che tiene rancore, un Dio vendicativo, un Dio solamente giusto"... ma perché ha perdonato a tutti e sempre!...».
   Le considerazioni di La Pira su La Storia di Cristo fanno ritenere che nel giovane studente scattò un processo spirituale in evoluzione. Si può affermare che la lettura del capolavoro papiniano lo abbia fatto gioire perché, in progressione, lo liberò da quelle incrostazioni di pensiero, tutte giovanili, che gli impedivano di uscire da una fase di sofferto avvilimento. In Papini trovò manifesti alcuni segni che avrebbero man mano sciolto la complessità, ancora imprigionata, della sua anima. Ma il punto decisivo, quello di trovare sicure certezze, stabili e liberatrici, si rivelerà di lì a qualche anno.


◄ Scritti Giovanili